Renato Tonietto

 

Appunti di lavoro

L’incisione è il luogo del segno per eccellenza.

“Il segno sulla carta non può essere che trama di memoria”, afferma G. Strazza  ad indicare che il segno è qualcosa che rivela. Infatti non è emozione , come il colore, ma è rivelazione. Esso indaga, orienta, dice qualcosa di sè, racconta la sua origine e allo stesso tempo rivela qualcosa del suo autore, il suo modo di essere, di manifestarsi.

Possiamo  pure dire che l’incisione ha un carattere analitico e sintetico, in quanto richiede una conoscenza della tecnica e dei materiali da usare ( acido, bitume, vernici, punte, carte...) e un lungo tempo per creare l’opera. In altre parole , nel momento in cui l’autore traccia un singolo segno ,dà vita ad un particolare , ad un dettaglio e mentre lavora sulla lastra  in una delle molte fasi che sono necessarie per giungere all’opera finita, egli deve anche avere sempre presente nel suo insieme il soggetto che intende rappresentare e che realmente potrà vedere solo alla fine ad opera realizzata, nel momento della stampa.

Ma perchè l’incisore sceglie il bianco e il nero (segni e trame) rinunciando al colore? Perchè ama il particolare, che solo il segno in bianco e nero può esaltare (se il mondo è a colori, i dettagli sono sempre in bianco e nero), perchè vede nella trama dei segni il luogo di vibrazione della luce, perchè intuisce in tali segni una forza comunicativa nuova, perchè in fondo avverte che il suo è un modo “incisivo” per leggere la realtà.

Certo non tutti i segni riescono con naturalezza o senza fatica; ma l’artista vero si rivela proprio quando , dopo un lungo percorso di ricerca, diventa capace di tracciare il segno giusto nel punto giusto. E’ questa la poesia del segno che si fa sintesi, luogo di equilibrio, di pace; di colpo trame e segni  diventano frammenti, dettagli di un tutto più grande.

Castello di Godego, aprile 2000.  

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