Elia Bordignon Favero


Renato Tonietto Incisioni

Renato Tonietto,con questa serie di acqueforti, (Ornamento, Rampicante, Fronde d’albero etc.), prosegue la sua ricerca nel campo dell’incisione, dopo gli esiti di “Traccia Arida” del 1993-97.

Nell’ambito di questa tecnica egli trova la sua forma .Al suo inizio, ha frequentato la Scuola d’arte do Nove, presso Bassano del Grappa, e vicino a Bassano egli vive ed opera .La città , in età moderna , è un centro aperto ai paesi tedeschi, che ha nel mondo delle stampe una fonte di produttività artistica ed economica:dagli interessi di Jacopo Bassano alla fabbrica dei Remondini,fino all’ottocento neoclassico , con Volpato, etc. Egli lo ha certo compreso. La scelta di una tecnica non è causale:è già un mondo,una serie di esperienze alle quali si aderisce,che offrono insieme stimoli e soluzioni nuove.

Nelle incisioni intitolate “Traccia Arida” Tonietto aveva dato forma ad immagini oniriche-come Alfred Kubin aveva dato forma ai suoi incubi nel romanzo “Die andere seite”e nella serie di incisioni che lo accompagnava. E’ una matrice espressionistica, che sfocia nel surrealismo, ed ha una radice nordica.

In questa nuova serie di acqueforti Tonietto a prima vista sembra accostarsi al dato “di natura”: i suoi soggetti non sono più come prima , larve fantastiche, ma tronchi d’albero, boschi ,fronde, paesaggi.A ben vedere, tuttavia, il dato è assunto con un’attenzione talmente forte al dettaglio, da far apparire questi soggetti come frutto di un’ottica iper-realistica, visionaria.Dove lavora ,Tonietto ha intorno la campagna: ma non la sente come un dato visivo di comunicazione immediata. Sembra vederla,nelle sue incisioni, con una lente che la rende all’ennesimo ingrandimento, con una luce ed un segno che indagano , come un bisturi . Qualcosa di iper-attento. Una precisione antica, da tavola anatomica. Emerge una grande esperienza tecnica, una somma di ricerche consumate. E alla fine emerge un’immagine quasi araldica, senza tempo.

Senza dubbio l’immagine, per Tonietto, è un luogo di comunicazione insostituibile, al fine di formare ed accrescere la propria capacità di comprensione- non certo al fine strumentale, oggi dilagante,di vendere un prodotto.

A mio giudizio egli cerca, in queste sue incisioni, un’immagine inedita, al di là di quelle dei mass-media:questa immagine la isibisce in una dimensione feticistica e voyeristica. Non raffigura forne aperte, paesaggi prospettici:taglia gli alberi in tronchi, e li passa all’anatomia, taglia le inquadrature spaziali, per restringere l’ottica, ed esibire il tutto in un’evidenza lenticolare ed ipnotica.

Con la tecnica secolare dell’incisione egli attua , più che una rappresentazione, un “gesto visivo” dai tempi lentissimi. Questo è oggi il momento del suo percorso artistico, carico di seduzione e di sviluppi futuri.

Castelfranco Veneto, settembre 2003.

Autoritratto